I Domenica di Quaresima
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1, 12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Dopo il battesimo nel fiume Giordano Gesù si inoltra nel deserto. C’è un vento, una brezza alle sue spalle. E’ sospinto – ci dice il vangelo – dallo Spirito. L’Amore disceso sull’Amato lo conduce in un luogo che ci sembra a lui del tutto estraneo, un luogo inospitale. Prima della sua missione, in questo luogo egli prova la tentazione. L’Amore, la missione, la tentazione: che senso ha?
E’ come se l’Amore per diventare vero, per diventare vita, debba essere provato. Come se debba avanzare tra le resistenze di forze contrarie per prendere consistenza, determinarsi e farsi gesto, discorso, cammino. Rivestirsi di carne, iniziare a parlare. Come se l’Amore per diventare vita debba rispondere a un appello, essere chiamato a scegliere una cosa e a tralasciarne un’altra. Amare, come scegliere e tralasciare.
Infatti non c’è amore senza fedeltà e non c’è fedeltà senza prova. Non c’è amore senza perseveranza e non c’è perseveranza senza prova. Non c’è amore senza pazienza e non c’è pazienza senza tentazione. Non c’è amore senza risolutezza e non c’è risolutezza senza stanchezza. Non c’è amore senza fiducia e non c’è fiducia senza assenza. Non c’è amore senza perdono e non c’è perdono senza ferita.
L’Amore che attraversa il deserto.